Scoperto un nuovo gruppo sanguigno dopo 50 anni: ecco cosa significa per la tua salute

In base alla presenza di specifici antigeni sulla superficie dei globuli rossi, è stato possibile classificare il sangue umano in quattro principali gruppi: A, B, AB e 0. Ad esempio, se una persona appartiene al gruppo A, significa che i suoi globuli rossi presentano l’antigene A e che nel suo plasma saranno presenti anticorpi contro l’antigene B. Il gruppo 0, invece, è caratterizzato dall’assenza di antigeni A e B, ma possiede entrambi gli anticorpi anti-A e anti-B.

Significato dei gruppi sanguigni

Oltre agli antigeni A e B, esiste un’altra importante proteina, il fattore Rh, che determina se il gruppo sanguigno è positivo o negativo. Queste informazioni sono fondamentali soprattutto in caso di trasfusioni: è essenziale verificare la compatibilità tra donatore e ricevente, poiché i gruppi A e B possono ricevere sangue solo da donatori dello stesso gruppo o dal gruppo 0, che è considerato donatore universale.

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Il gruppo AB, invece, è noto come ricevente universale, poiché può ricevere sangue da tutti gli altri gruppi senza rischio di reazioni avverse, mentre il gruppo 0, più raro, può ricevere solo da donatori dello stesso gruppo. Per quanto riguarda il fattore Rh, chi è Rh positivo può ricevere sia da Rh positivo che da Rh negativo, mentre chi è Rh negativo deve ricevere esclusivamente da donatori Rh negativi.

Recentemente, a distanza di oltre cinquant’anni dai primi studi, è stato identificato un nuovo e rarissimo gruppo sanguigno, denominato MAL. Grazie a una ricerca condotta nel Regno Unito, oggi sappiamo che esistono almeno cinque gruppi sanguigni distinti, ampliando così le possibilità e le varianti nella donazione di sangue. Ma cosa succede se non c’è compatibilità tra donatore e ricevente?

Compatibilità sanguigna

In caso di trasfusione, sia per incidenti che per trapianti, la prima verifica che i medici effettuano riguarda proprio il gruppo sanguigno e il fattore Rh. Ricevere sangue incompatibile può provocare una reazione immunitaria molto grave, che porta alla distruzione dei globuli rossi e può risultare fatale in breve tempo.

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Il gruppo MAL, secondo le prime analisi, risulta addirittura più raro del gruppo 0, anche se potrebbe essere più diffuso di quanto si pensi a livello globale. La storia di questo gruppo iniziò nel 1972, quando in una donna incinta fu riscontrata l’assenza di un antigene che avrebbe dovuto essere presente. In seguito, casi simili sono stati osservati in altri individui, portando la comunità scientifica a confrontarsi e a indagare su questa anomalia genetica, che sembra essere più frequente tra persone imparentate. Le ricerche sono tuttora in corso.

La mancanza di gene nei casi di cancro

In passato, l’assenza di questo particolare antigene, che ha portato alla scoperta del gruppo MAL, veniva spesso associata a patologie gravi come il cancro. Oggi, invece, si è compreso che tale caratteristica può derivare anche da mutazioni genetiche non necessariamente collegate a malattie, ampliando così la comprensione delle cause alla base di questa rarità.

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Le nuove frontiere della medicina puntano ora a studiare la genetica delle persone con il gruppo MAL, per individuare eventuali correlazioni con patologie o altre anomalie genetiche. Questo permette, ad esempio, di identificare tempestivamente possibili incompatibilità tra madre e feto durante la gravidanza, oltre a rendere le trasfusioni più sicure e mirate rispetto al passato.

È interessante notare che la conoscenza del proprio gruppo sanguigno può influenzare anche l’alimentazione: alcune teorie suggeriscono che le lectine, particolari proteine presenti negli alimenti, possano interagire in modo diverso a seconda del gruppo sanguigno, influenzando il metabolismo e la risposta immunitaria.

Alimentazione e gruppi sanguigni

Ad esempio, il gruppo 0 sembra essere più predisposto a sviluppare intolleranze come la celiachia; per questo motivo, si consiglia spesso una dieta ricca di proteine animali, simile a quella chetogenica, per favorire il benessere metabolico di questi individui. Al contrario, chi appartiene al gruppo A trae maggior beneficio da un’alimentazione prevalentemente vegetale.

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Nel caso del gruppo A, infatti, si riscontrano più frequentemente intolleranze alle proteine animali e ai latticini, motivo per cui è preferibile privilegiare verdure, frutta e legumi. Il gruppo B, invece, è caratterizzato da un sistema immunitario particolarmente efficiente, probabilmente ereditato dalle antiche popolazioni nomadi, e deve solo limitare il consumo di alimenti con conservanti.

Il gruppo AB, infine, non presenta particolari restrizioni alimentari, ma è consigliabile moderare le quantità, poiché rappresenta una via di mezzo tra i gruppi A e B e ne condivide alcune caratteristiche. È importante sottolineare che, dal punto di vista scientifico, queste teorie sono ancora oggetto di studio e non universalmente accettate. Con l’introduzione del nuovo gruppo MAL, si può affermare che l’alimentazione debba essere sempre più personalizzata e adattata alle esigenze individuali.

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